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Tre giorni vissuti tra innumerevoli tricolori alle finestre, “veci e bocia” alpini per le strade che hanno contagiato un po’ tutti con la loro allegria, canti e suoni di fanfare, ecco cosa ha rappresentato per Bardineto, piccolo borgo sui monti dell’entroterra ligure, la consegna nei giorni scorsi del quarantunesimo Premio nazionale “l’Alpino dell’Anno 2014”. Bardineto è abituata a grandi eventi, specie d’estate, quando riaprono le case dei villeggianti e la gente viene al fresco e in autunno, quando diventa la patria dei funghi. Questo evento però è stato recepito dagli abitanti e dal Gruppo degli alpini come un qualcosa di straordinario, da ricordare, e per organizzarlo tutti si sono prestati per mesi. Ogni famiglia qui ha avuto almeno un alpino, tanti sono stati, per un paese così piccolo, i Caduti e i dispersi nelle due Grandi guerre del novecento, gli alpini qui fanno parte integrante della storia.
Per questi motivi è stato creato un denso programma di eventi della durata di tre giorni, degno di una grande città, eventi che hanno fatto rivivere la storia e la vita degli alpini.
Normalmente il venerdì è considerato giorno di apertura e per questo lo si riserva al “riscaldamento” con pochi appuntamenti; qui no, si è voluto partire alla grande, con una riuscitissima mostra fotografica sul Centenario della Grande Guerra, nella quale faceva bella mostra una ricchissima collezione di cartoline originali provenienti dai vari fronti di guerra e lettere di soldati del posto alle loro famiglie, affiancata da una raccolta di reperti fotografici e giornalistici delle varie edizioni del premio “l’Alpino dell’Anno”. Per valorizzare e ricordare ancor più l’avvenimento si è affiancato anche l’annullo filatelico che ha ottenuto un egregio successo. Tutto questo nei saloni adiacenti a una mostra che è stata una stupefacente sorpresa per tutti i visitatori, una mostra antropologica, singolare raccolta d’ingegneria utilitaria sulla vita e gli strumenti utilizzati dalle popolazioni negli anni passati. La serata è stata poi rallegrata dall’esibizione dei due cori sezionali, l’Alta Valle Bormida e il Monte Greppino, che hanno espresso al meglio le loro capacità canore con canti alpini e di montagna, molto apprezzati da un folto pubblico.
La giornata di sabato verrà ricordata da tutti come densa di sentimenti contrastanti, si è passati da momenti di tristezza e commozione a momenti di sana allegria. Mattinata riservata alla salita sulla cima del Monte Carmo, sullo spartiacque a ridosso della riviera a 1.389 metri, dove è stato commemorato il 50°anniversario della posa della grande Croce. Dopo la fatica per la salita e il gran caldo, arrivati in cima si è provveduto all’alza bandiera e al Canto degli Italiani, accompagnato dalle note della Fanfara Monte Beigua. Discorsi di rito e saluti amichevoli ai gitanti e poi tutti giù in paese per riposarsi e prepararsi al programma pomeridiano. Ho ancora nel cuore la visione di tanti occhi lucidi, di tanta commozione sul volto dei partecipanti alla traslazione delle spoglie dell’alpino Angelo Basso che, a 72 anni dalla morte in guerra e sepolto in un cimitero dell’Alto Adige, tornava in paese vicino ai suoi cari. Dall’arrivo all’inizio del paese dell’urna su un camion dell’Unità di P.C. Sezionale al cimitero del paese una processione lunghissima di paesani, alpini e turisti ha seguito l’urna portata da tre alpini in armi di cui uno di Bardineto, accompagnata dal rullo dei tamburi della Fanfara A.N.A. di Ceva.
In serata si è tenuto il tanto atteso concerto del Coro Monte Cauriol di Genova, che ha regalato a un pubblico straboccante nel salone della bocciofila momenti di alta intensità musicale, passando da un repertorio di montagna a canzoni popolari.
Domenica, giornata clou della manifestazione, già dalle prime ore del mattino si provvedeva alla pulizia delle strade, agli ultimi ritocchi degli addobbi, ai primi arrivi degli alpini che sono accorsi in massa da ogni dove per partecipare a una manifestazione unica nel suo genere, che suscita commozione, ammirazione e anche un po’ d’invidia verso quegli UOMINI che tanto hanno dato al prossimo. Ammassamento come da rituale, due fanfare che suonano e partenza per una sfilata sotto un sole cocente, per lunghezza degna di un’adunata nazionale. Grande partecipazione di folla lungo il percorso sino al monumento agli Alpini dove è stata deposta una corona di alloro in onore dei Caduti di tutte le guerre. Parecchi Sindaci hanno aderito all’invito, accompagnando il Prefetto Vicario Montella, il Sindaco di Bardineto dott.ssa Mattiauda, il neo cons. regionale Vaccarezza, il parlamentare Cirio, gli onnipresenti Parazzini e Bertino e in rappresentanza delle Truppe Alpine il Gen. D. Marcello Bellacicco accompagnato dai col. Cernuzzi e Marenco. Grande ammirazione per i due Reduci Antonio Parodi classe 1914 e Leonardo Sassetti classe 1921 che hanno seguito tl’intera manifestazione tra l’ammirazione e gli elogi di tutti.
Al terminne della sfilata tutti nel padiglione della bocciofila ad asciugare il sudore e partecipare alla S. Messa, officiata da S.E. Mons. Pacomio, Vescovo di Mondovì. Nell’aria c’è attesa per quello avverrà poi, anche se nel frattempo la corale Alassina e di Capo Mele accompagna la funzione con canti sacri e alpini. L’omelia di Mons. Vescovo è stata molto seguita, non rituale, ma con contenuti che venivano da una persona vicina agli
Alpini, ottima conoscitrice dei loro valori e del loro impegno disinteressato verso il prossimo.
L’attmosfera, già calda per conto suo, si scalda ancor più mentre, terminata la S. Messa, si prepara il palco per la premiazione dell’Alpino dell’Anno 2014. Un’emozione palpabile accompagna la consegna dei premi all’alpino in armi Marrocco da parte del Presidente sezionale G.Mario Gervasoni affiancato dal Vicepresidente Vicario A.N.A. Fabrizio Pighin e all’alpino in congedo Luciano Pierotti da parte del Gen. D. Marcello Bellacicco. Gli applausi sono interminabili, densi di ammirazione alla lettura delle motivazioni riportate a parte fatta dal cerimoniere ufficiale e ormai di professione Gen. B. Giacomo Verda. Hanno pure partecipato alle manifestazioni gli alpini in congedo Mario Cena, alpino dell’anno 2008 e Graziano Tonon del 2013, che si sono uniti in un abbraccio affettuoso ai nuovi colleghi.
Ha chiuso le manifestazioni l’ammainabandiera, in un clima disteso ma di rimpianto perchè tutto è finito, salvo il ricordo di giornate indimenticabili per tutti, ma specialmente per Bardineto e il suo gruppo di alpini.
G.Mario Gervasoni